Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 op. 1 di Sergej Rachmaninov

Un viaggio per imparare ad abbracciare la malinconia

Con questo articolo si inaugura una serie di guide all’ascolto che ci accompagneranno a conoscere la figura e l’opera di Sergej Rachmaninov. I singoli articoli saranno accompagnati da altrettanti podcast pubblicati nel sito del webmagazine.

Il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in FA diesis minore op. 1 fu composto tra il 1890 e il 6 Luglio del 1891 da Sergej Rachmaninov, appena diciannovenne.  Il 17 marzo 1892 fu eseguito il primo movimento presso il Conservatorio di Mosca, con Rachmaninov stesso come solista e Vasilij Safonov alla direzione d'orchestra. Qualche anno più tardi, più precisamente nel 1917, dopo aver composto gli altri due movimenti, il compositore sentì l’esigenza di revisionare completamente l’opera: modificò la partitura sia nel primo movimento che in numerosi passaggi degli altri due, trasformando questo capolavoro in una composizione matura.Rachmaninov

Quest’opera è uno dei concerti per pianoforte e orchestra più belli che siano mai stati composti: le sue sonorità e le emozioni che trasmette sono qualcosa di unico. Mentre ascolto questo concerto provo molte emozioni, e credo sia proprio questo il motivo per cui vale la pena ascoltare Rachmaninov e questo genere di musica: riuscire a provare emozioni grazie alla musica stessa è un’esperienza fantastica, che aiuta ad ascoltare la propria umanità.

Guida all’ascolto

Il primo movimento - vivace - si apre in modo impetuoso, affidando al pianoforte una serie di accordi discendenti e di arpeggi che introducono il tema principale, mesto e malinconico; la melodia, assegnata agli archi, è invece accompagnata dagli arpeggi degli strumenti a fiato. Finita la presentazione del tema da parte dell’orchestra, il pianoforte entra, riproponendo e sviluppando lo stesso tema. La costante presenza del Mi# (sensibile di FA # minore) crea una continua tensione, che viene risolta tramite una modulazione alla tonalità di Do# minore. 

Il tema rimbalza poi nel dialogo tra pianoforte e orchestra. Se quest’ultima ne propone variazioni agitate e irrequiete, il pianoforte è pronto ad accompagnare con leggeri arpeggi il tema ripresentato dai tromboni. Ciò andrà ad evolversi per terminare con il ritorno del tema allo strumento protagonista, il quale questa volta sarà accompagnato da pochi strumenti. 

Dopo questa sezione, ci verrà presentato un nuovo tema, in un’altra tonalità (REb maggiore) da parte di un violino solista, in dialogo con i delicati arpeggi del pianoforte. Il nuovo motivo sarà ripreso poi dall’intera orchestra, la quale porterà alla cadenza del pianoforte.

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Questa inizia in modo molto impetuoso e violento, per poi trasformarsi in una carezza. Una malinconica melodia appare, quando, tutto d’un tratto, essa esplode trascinandoci nel vivo della cadenza, e il tema originale ritorna così su un tempo maestoso. Il tema esposto alla voce superiore viene poi accompagnato da maestosi accordi, che sostengono il tutto. 

Finita la cadenza ritorna l’orchestra, la quale, unita al pianoforte, porta alla conclusione di questo primo tem

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Il finale è esplosivo e agitato, e si conclude con potenti accordi discendenti del pianoforte.

D. F.