Élizabeth Vigée Le Brun - La pittrice di Maria Antonietta

Questo articolo accompagna un testo narrativo sulla pittrice Élizabeth Vigée Le Brun pubblicato in questa sede, nella pagina ‘Ho una storia per te’. I due testi nascono dalla penna della stessa autrice come parti complementari di un unico percorso.

ElizabethVigeeLeBrunÉlizabeth Vigée Le Brun nacque nella capitale francese il 16 Aprile del 1755. Lei non fu semplicemente una pittrice, ma un’artista che costruì una straordinaria carriera con le proprie forze in una società dominata quasi esclusivamente dagli uomini. 

Ce la fece grazie al suo talento, più unico che raro, che dimostrò già in tenera età e che il padre colse l'occasione di coltivare insegnandole i fondamenti della pittura. La prematura scomparsa di quest'ultimo devastò Élizabeth, segnandola profondamente, al punto che, per fuggire l’amara realtà, si buttò a capofitto nella pittura, trovando in essa la luce per uscire dal buio e triste lutto, cercando poi di vivere, in quell’arte che era ormai diventata la sua passione, i ricordi dell’amato padre.

Lei visse il periodo del Rococò e del Neoclassicismo, iniziando a dipingere su commissione. Pensate, una donna pittrice a quei tempi; ma, soprattutto, una donna che aveva costruito la sua carriera con le proprie mani e senza privilegi: una crepa che avrebbe infranto i miti per cui il genere femminile era condannato alla quasi totale esclusione dal mondo artistico. Inoltre, Élizabeth operava come artista professionista senza appartenere a un ordine o a un’accademia, altro fatto non convenzionale per quei tempi. Per questi motivi le vennero confiscati i suoi strumenti di lavoro, ma la sua bravura aveva ormai ammaliato molti nobili, e sempre più persone ricercavano la sua arte. Così, fortunatamente, a soli diciannove anni fu ammessa a far parte dell’ordine dei pittori dell’Académie de Saint-Luc. Unica donna in quel luogo.

Giovane ragazza forte e intraprendente, non molto tempo dopo Élizabeth si sposò con il mercante Jean-Baptiste-Pierre Le Brun, pittore e commerciante d’arte. La loro relazione si rivelò non essere amore, ma una sincera amicizia che portò Jean a sostenere la passione della moglie, indirizzandola persino nei circoli più importanti del tempo affinché lei potesse esibire il suo prezioso talento.

Il nome di Élizabeth fu presto sulla bocca di tutti. Tutti descrivevano la grazia e la naturalezza che la pittrice riusciva a conferire alle sue modelle: fascino e bellezza in cui queste si rispecchiavano. Ovviamente tutto questo non poté non giungere alle orecchie della regina Maria Antonietta, che rese Élizabeth la sua pittrice favorita, commissionandole moltissimi ritratti che suscitarono insieme stupore e scandalo. L'influenza della regina riuscì a farla ammettere all'Académie Royale, dove era precedentemente stata rifiutata a causa del lavoro del marito.

La pittrice fu quindi molto vicina alla regina, tanto da diventare sua personale amica, una delle persone di cui sua maestà si fidava maggiormente.

Ma, secondo una voce sempre più diffusa, non li aveva realmente realizzati lei, quei dipinti. Dietro di essi si sarebbe celato infatti un altro pittore, un uomo, un certo François Guillaume Ménageot; Le Brun si prendeva quindi soltanto un merito che non le apparteneva. Ovviamente non era davvero così, ma l’invidia che i suoi colleghi uomini provavano verso di lei arrivò persino alla diffusione di questi pensieri, e di altre critiche riguardanti il suo modo di dipingere. Dalle vesti troppo semplici della regina, che invece andava raffigurata in tutta la sua ricchezza, al leggero sorriso che lasciava intravedere i denti della nobile Julie, cosa che andava contro la convenzione dall'Académie, che voleva che le labbra andassero raffigurate chiuse.

Élizabeth dovette poi scappare quando scoppiò la rivoluzione, lasciando suo marito e portando con sé sua figlia. Viaggiò per tutte le corti d’Europa, certa di poter ricostruire la sua carriera come aveva fatto la prima volta. Giunse prima in Italia, dove frequentò l'Accademia di Parma e quella romana di San Luca. Presentò qui il suo quadro, l’Autoritratto, in cui la pittrice stessa si ritrae mentre dipinge la regina Maria Antonietta, mostrando in questo tributo la lealtà verso la sovrana a cui rimaneva tanto affezionata. Austria, Russia, Germania. Ovunque Élizabeth ammaliò tutti gli abitanti con la sua arte. Nel 1802 riuscì infine a ristabilirsi in Francia, dove morì nel 1842, in una cittadina non molto lontana da Parigi. 

Lasciò al mondo i suoi ritratti di Maria Antonietta, grazie ai quali conosciamo il volto di una delle più famose sovrane di tutti i tempi. E, soprattutto, il coraggio e la determinazione che tanto l'hanno contraddistinta nel corso della sua vita.

 

 

F. C.