L'avventura di uno scambio in Argentina
Un’esperienza indimenticabile dall’altro lato del mondo
Martedì 19 Marzo io, undici studentesse e due professori del liceo “Marchesi”, abbiamo salutato le nostre famiglie e ci siamo imbarcati su un volo di tredici ore con destinazione Buenos Aires per vivere l’esperienza di uno scambio di dieci giorni con gli studenti dell’istituto "Carlos Pellegrini".
Appena arrivati dall’altro lato del mondo, la pioggia non ci ha fermaie dall’esplorare la città, immensa e caotica, che poi avremo amato alla follia. Dopo una visita alla libreria El Ateneo, situata al posto di un vecchio teatro, e al museo Ricardo Rojas, abbiamo potuto incontrare le famiglie argentine con cui abbiamo trascorso i successivi dieci giorni. A ogni studentessa italiana, infatti, era stato assegnato un/una corrispondente argentino/a con cui condividere moltissime esperienze.
Durante la nostra permanenza in Argentina, abbiamo infatti avuto l’occasione di vedere molti monumenti quali il Teatro Colon, ovvero il teatro più antico e famoso della città, l’Obelisco, che è anche il simbolo di Buenos Aires, lo stadio del Boca, una delle due squadre di calcio più famose dell’Argentina, e numerosi parchi, quali il Jardín Japonés e il Jardín Botánico. Inoltre abbiamo imparato molto sulla politica argentina grazie alla visita del Congreso e di Casa Rosada. Abbiamo invece conosciuto la storia tormentata di questo splendido paese visitando il museo dell’immigrazione e l’ESMA, ovvero il campo di concentramento dove venivano rinchiusi gli oppositori politici durante la dittatura degli anni Settanta.
Oltre a queste visite guidate e programmate dalla scuola per tutte noi,studentesseitaliane, abbiamo vissuto delle esperienze uniche con il/la nostro/a corrispondente.
Io, per esempio, ho avuto l’opportunità di vivere con una famiglia di musicisti: loro mi hanno portata al concerto dell’orchestra sinfonica nazionale, nel palazzo Libertad, dove la madre del mio corrispondente, che è prima arpa, si è esibita. A differenza sua, il fratello è batterista; lui, oltre ad avermi insegnato a suonare questo strumento, mi ha anche portato a vedere le prove della sua band “Dilema Plutonio”. Questi sono stati i momenti che ho preferito dello scambio, perché mi hanno permesso di rafforzare il legame che stavo creando con loro e di entrare in contatto con le loro passioni.
Inoltre, i numerosi ritrovi pomeridiani - come lo svago al bowling o la merenda a China Town, o il tuor in pedalò nel parco Palermo - mi hanno permesso di conoscere meglio il mio corrispondente e anche i suoi amici.
La lingua poi non è stata un ostacolo, dato che molte parole dello spagnolo parlato in Argentina sono uguali a quelle italiane.
Ciò che ha reso la nostra permanenza in Argentina così memorabile è stato inoltre il vivere la città non come turisti, ma come veri e propri cittadini, perché, stando con delle famiglie locali, abbiamo potuto scoprire dei modi di dire e le seguenti tradizioni: il mate, la bevanda calda più popolare bevuta dagli argentini, la tradizione della “merenda”, ovvero il ritrovarsi tra amici alle quattro del pomeriggio per mangiare uno snack tutti insieme, e il fatto che gli argentini si baciano sempre solo sulla guancia sinistra. Inoltre, questa esperienza ci ha permesso di assaporare delle pietanze strepitose, come le empanadas e gli alfajores.
Gli argentini sono un popolo estremamente ospitale e le nostre famiglie, oltre a farci sentire a casa sin dal primo istante, hanno fatto di tutto per permetterci di vivere il maggior numero di esperienze possibili.
Questa avventura ci ha arricchite a livello culturale e personale perché abbiamo avuto modo di confrontarci con una tradizione diversa dalla nostra. Inoltre, questo scambio ci ha permesso di uscire dalla nostra comfort zone e di farci immergere completamente nella cultura di un altro paese.
Al termine del viaggio siamo infine tornate in Italia non solo con il cuore pieno di gioia, di nuove esperienze e di conoscenze, ma anche con la consapevolezza di aver portato un po’ di Italia a Buenos Aires, e di portare un po’ di Argentina a Padova. Proprio per questo non possiamo che essere grate ed entusiaste di aver avuto la fortuna di vivere questa indimenticabile esperienza.
Ludovica Scapin e Vittoria Scapin
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