Quando due ore di scuola non bastano per immergersi nella classicità: il liceo Marchesi ospita il professor Guido Avezzù per scoprire l’Elettra di Euripide

L’8 novembre scorso si è tenuta, presso la sede Fusinato del nostro istituto, una conferenza del Professor Guido Avezzù per approfondire una lettura critica di una delle tragedie greche più conosciute, apprezzate e studiate: l’Elettra di Euripide.

Il professore è un docente di assoluto spessore, con all’attivo un gran numero di pubblicazioni e un curriculum a dir poco ammirevole: per quarantasei anni docente di Lingua e letteratura greca e di Filologia tra le università di Padova e Verona, autore di una decina di edizioni critiche di testi greci, di altrettanti saggi e di svariati articoli specialistici su rinomate riviste di studi classici, tra le quali Skenè, da lui fondata e co-diretta.

Intento del professore era quello di rileggere alcuni dei moltissimi e complessi spunti forniti dalla tragedia in chiave moderna, individuando in particolare le problematiche comportamentali che trapelano, secondo il suo espertissimo e autorevole parere, dal testo del tragediografo attico.

Prima di approfondire la specificità dell’opera, il professor Avezzù ha illustrato il genere tragico in generale, introducendo anche argomenti che in un percorso di apprendimento come quello dell’indirizzo classico non vengono affrontati in modo approfondito, per esempio il confronto tra modalità narrativa tragica e quella epica, o l’analisi meElettra2trica dei testi tragici in relazione al ruolo della musica.

Entrando nel merito delle vicende, ricordiamo che l’Elettra di Euripide narra la vendetta dei giovani fratelli Oreste ed Elettra sulla madre Clitennestra e sul suo amante Egisto per l’uccisione del padre Agamennone.

Muovendo dall’esposizione della trama, Avezzù ha poi continuato con un approfondimento sulla tragedia dell’Elettra. Anche in questo caso ha sottolineato spunti interessanti, quali il parallelismo con autori moderni, come Mozart e Shakespeare, e le dinamiche dei dialoghi, particolari se confrontate con quelle di altre tragedie attiche.

Infine il relatore ha concentrato l’attenzione sulla cosiddetta “problematicità” dei personaggi di Oreste ed Elettra, osservando in chiave esistenziale alcuni dei loro comportamenti, come il rifiuto da parte di lei dell’accettazione del ritorno del fratello per paura di ricevere una delusione, qualora questo ritorno si fosse rivelato un inganno. Altri sintomi di nevrosi evidenziati dal professore riguardo ai figli di Agamennone sono il ruolo stesso di Elettra quale istigatrice di vendetta (anche in relazione con l’Elettra di Sofocle) e il matricidio commesso da Oreste.

Data l’ampiezza dell’argomento e l’estrema complessità dellatrattazione di Avezzù, le due ore a disposizElettra1ione scarsamente potevano risultare sufficienti per un approfondimento esaustivo; quindi, se da un lato l’incontro si è dimostrato illuminante e ha aperto diverse strade da seguire per eventuali approfondimenti, dall’altro tantissimi temi senza dubbio molto interessanti sono stati soltanto sfiorati, dato che conferma l’infinita potenzialità delle opere classiche, ancora fonte di curiosità, nonché  strumento di un lungo e fecondo dialogo con i ragazzi.

Non si può quindi dire che questa non sia stata un’esperienza formativa ed eccezionale: la preparazione del docente e la sua sicurezza sull’argomento trattato hanno reso la lezione affascinante e stimolante. Tuttavia, viste le nostre numerose domande e i molteplici spunti offerti dalle opere che studiamo, attendiamo altri incontri come questo per immergerci nel mare della classicità.

 

R. D. M.