“Corsa nei Ricordi”: la storia vincente di Riccardo Patrese

Dai go-kart alla formula 1: una vita nel mondo dei motori

 

 

Con questo pezzo inauguriamo una serie di tre articoli sui più celebri piloti veneti: conosceremo Riccardo Patrese, la leggenda del rally Miki Biasion e, infine, Franco Picco, due volte vincitore del rally dei faraoni.

 

Riccardo Patrese nasce il 17 aprile 1954 a Padova. Durante l’infanzia pratica nuoto e sci a livello agonistico per poi dedicarsi totalmente al mondo del motorsport.

PatreseDebutta nella prima categoria nel 1977 con il team Shadow, e gareggia, nel corso degli anni, per diversi team ripetizione di alto livello, tra cui Brabham, Williams e la Benetton di Briatore. 

Raggiungerà il punto culminante della sua carriera con il team Williams, con il quale ottiene la maggior parte dei suoi successi. Patrese ha conseguito, infatti, sei vittorie in Formula 1 e ha raccolto numerose posizioni sul podio. La sua abilità nel guidare le monoposto lo ha reso un competitore temuto in pista, così si è trovato a gareggiare contro alcune delle leggende del motorsport, come Ayrton Senna, Alain Prost e Nelson Piquet.

Un momento memorabile della sua carriera è stato il Gran Premio del Messico del 1991, quando ha ottenuto la sua ultima vittoria in Formula 1 a un’età relativamente avanzata (37 anni, che nel mondo dell’automobilismo sono tanti).

Oltre alle sue prestazioni in pista, Patrese è conosciuto per la sua grande personalità e per il suo coinvolgimento nel mondo dell'automobilismo anche dopo il ritiro dalla competizione attiva. È diventato infatti commentatore televisivo e ha continuato a essere una figura stimata nel mondo delle corse automobilistiche.

Riccardo Patrese può quindi essere ritenuto una figura iconica del motorsport italiano, con una carriera di lunga durata e successo in Formula 1; il suo talento e il suo impegno hanno ispirato generazioni di appassionati in Italia e in tutto il mondo. La sua eredità come pilota è quindi destinata a rimanere indelebile nella storia dello sport automobilistico.

Considero Patrese una figura da cui prendere esempio, sia dentro che fuori dalla pista, anche se della sua vita privata si conosce poco. Si conosce bene, però, la sua amicizia con il pilota Michele Alboreto, che lo descriveva come un bravissimo pilota con il limite di una malattia per la tuta: si dice che Pratese non volesse chiudere la sua carriera nelle monoposto senza aver vinto un titolo mondiale (che stava per raggiungere nel 1985); questo desiderio l’ha però condotto a morire nel 2001 durante un test privato in pista.

Merita quindi concludere questo articolo con la stessa frase con cui Patrese concluse la sua carriera riferendosi a un altro campione, Michael Schumacher: «Stracciò il mio tempo. Controllai allibito i dati del computer: era proprio vero, non c'erano errori di cronometraggio. Fu un momento imbarazzante: per la prima volta, dopo sedici stagioni di Formula Uno, dovevo accettare l'idea di aver incontrato un compagno di squadra nettamente più forte di me. La conseguenza era ovvia, dovevo rassegnarmi alla pensione. Ma mi consolai con un pensiero proibito: mi ero imbattuto in un fenomeno e probabilmente nemmeno Senna, il migliore di tutti noi, sarebbe stato in grado di reggere il confronto con il tedesco» (https://le-citazioni.it/frasi/311209-riccardo-patrese-su-michael-schumacher-straccio-il-miotempo-con/).

Riccardo Patrese può quindi essere considerato un pilota che ha scritto la storia sull'asfalto, dimostrando che la passione e la determinazione sono le vere chiavi del successo nel mondo dell'automobilismo. La sua impronta indelebile rimarrà nella storia delle corse: un'icona di velocità, talento e perseveranza.

 

 

G. D. N. 

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