Storia della danza classica

La danza più che uno sport è un’arte.

È infatti un istinto umano primordiale quello di muoversi e, quando nacquero le prime forme musicali, anche la danza si diffuse sempre più.

Nell’antica Grecia si svilupparono diversi tipi di danza, come quella di guerra, religiosa e profana, ma anche durante le rappresentazioni teatrali il coro (“κορευο” significa danzare, da questo deriva la parola coro) si esibiva in danze diverse in base alla scena e al personaggio che rappresentano.

I giullari nel medioevo intraprendevano le danze per intrattenere, la più famosa era la carola, nella quale si danzava in cerchio, tenendosi per mano.

Durante il Rinascimento nelle corti italiane si sviluppò una forma ricercata di ballo che prevedeva norme da seguire e un certo studio di passi e movimenti. La danza infatti era ritenuta una vera e propria forma di educazione. La danza dei nobili era di diretta derivazione da quella del popolo, ma veniva trasformata secondo le regole del perfetto cortigiano: la compostezza, l'atteggiamento nobile, le convenzioni sociali della cavalleria e della galanteria. Nel Quattrocento la figura del maestro di ballo era molto richiesta per istruire i signori e i cortigiani.

La nascita della danza classica

Tuttavia la danza per eccellenza, ossia la classica, nasce nel 1600 - come possiamo dedurre da tutta la terminologia francese propria di quest’arte - in Francia, durante il regno di Luigi XIV. 

Il sovrano, molto amante dell’arte in generale, fece infatti istituire molte accademie dove praticare i diversi tipi di arte, e una di queste era di ballo.

Nel 1661 Pierre Beauchamp, coreografo di questa accademia, l’Académie Royale de danse, codificò le cinque posizioni, già esistenti dal 1400, e diede le terminologie indicanti i passi elementari che già esistevano, anche se  in maniera confusa.

Diversamente dalla credenza comune, all’inizio, tutti i ballerini a esibirsi erano uomini; la prima donna sarà infatti M.lle De la Fontaine, nel balletto Le Triomphe de l’amour, sempre coreografato dallo stesso Pierre Beauchamp, nel 1681.

Il balletto romantico, che si sviluppa successivamente, nel XIX secolo, porta con sé una serie di novità. All’epoca, infatti, i costumi erano pesanti: i ballerini indossavano maschere, grosse parrucche e scarpe col tacco. 

Marie Taglioni, nel 1750 fu la prima a usare scarpe senza tacco, riuscendo così a eseguire salti e movimenti che altrimenti sarebbero risultati  impossibili. 

I tacchi sparirono del tutto dalle scarpe da balletto solo dopo la Rivoluzione francese: le antenate delle scarpette da ballo moderne erano legate saldamente ai piedi tramite nastri e avevano dei sostegni sotto le dita.

Le prime ballerine a sollevarsi sulle punte nel 1795 facevano ricorso a un’invenzione di Charles Didelot. La sua “macchina per volare” sollevava le danzatrici in avanti, consentendo loro di stare in piedi sulle punte prima di sollevarsi da terra. Questo effetto di leggerezza fu accolto con molto favore dal pubblico e i coreografi iniziarono a inserire sempre più figure sulle punte nelle loro realizzazioni. Le scarpe usate erano una specie di pantofole in seta modificate. Questo tipo di calzatura non forniva un vero sostegno, per cui le danzatrici erano costrette a fasciare le dita.

Le opere più celebri di quest’epoca sono balletti come "Giselle" e "La Sylphide", che raccontano storie di amori impossibili e mondi soprannaturali.

Un cambiamento sostanziale nella forma della punta compare in Italia verso la fine del XIX secolo. Danzatrici come Pierina Legnani indossarono scarpette dotate di una punta rinforzata e appiattita, a differenza dei modelli precedenti, che avevano una punta arrotondata. Queste scarpette inoltre hanno un’imbottitura anatomica in tessuto apposita per sostenere meglio le dita e sono caratterizzate da una soletta più spessa e robusta. Le solette, a loro volta, sono cucite in punta senza impiego di chiodi, rendendo così la calzatura pressoché silenziosa.

La danza oggi

Oggi la danza classica è un linguaggio universale che continua a evolversi, mantenendo però intatte le sue radici con grande rigore. Le coreografie si sono adattate ai tempi, ma la tecnica, le posizioni e la disciplina della danza classica restano fondamentalmente le stesse. Tra le compagnie più prestigiose che mantengono questa tradizione ci sono il Balletto dell'Opéra di Parigi, il Royal Ballet di Londra e il Balletto Mariinskij di San Pietroburgo.

La danza classica è quindi una forma d'arte che ha attraversato i secoli, adattandosi ai cambiamenti della società e della cultura, ma senza mai perdere la sua essenza di bellezza, eleganza e disciplina. Anche se oggi si intreccia con altri generi e stili di danza, la sua storia continua a essere una delle più affascinanti del mondo delle arti. Una storia che, passo dopo passo, ci ricorda quanto la danza possa essere un linguaggio potente, capace di parlare al cuore e all'anima di chi la guarda.

Francesca Agnese Bogon